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sinonimie e insiemi di contesto

Chi usa Internet usa i motori di ricerca; i dati internazionali parlano di circa un 95%, ma è probabile che siano stime per difetto, è, infatti, inimmaginabile navigare il Web senza usare (anche ‘accidentalmente’) un motore di ricerca. Lo stesso non si può dire di tutti gli altri ‘tipi’ di siti; i portali, i market place, gli e-mall, le pagine bianche, gialle e via dicendo.

I motori di ricerca sono il ‘cuore’ del web, perché chi naviga lo fa per cercare (prima di comprare o prima di non comprare, prima di sapere o di non sapere) e il modo più semplice per trovare ciò che ci importa è (attualmente) quello di usare un motore di ricerca. Allo stesso tempo, i motori di ricerca sono anche il ‘cuore economico’ di Internet perché i motori di ricerca sono stati riconosciuti, ormai da molti anni, come lo strumento più efficace ed economico (anche se non l’unico) per trovare nuovi clienti, per fidelizzare i vecchi e per recuperare quelli che si sono persi per strada.

Purtroppo, il successo e l’affermazione dei motori di ricerca nel Web non sono stati seguiti da una rapida evoluzione dei meccanismi e dell’efficacia. Detto in poche parole, i motori di ricerca non hanno seguito lo sviluppo del Web o, per meglio dire, non hanno mantenuto le promesse (implicite) del passato, un ritardo veramente straordinario se pensiamo che la web industry è molto più dinamica (quindi veloce) della industria classica del software e che i motori di ricerca ne rappresentano la punta di diamante;

questa dinamicità è inoltre confermata anche dai ‘movimenti’ economici che ci sono stati negli ultimi sette, otto anni nel mondo dei motori di ricerca… Siti-società precedentemente leader (pensiamo a Lycos, il primo motore di ricerca o Altavista, che sembrava essere destinato a una leadership eterna) esistono soltanto come nome, senza essere più annoverabili fra i big player del mercato internazionale o nazionale. Contestualmente, ci sono stare numerosissime fusioni e acquisizioni, pensiamo a GoTo, poi Overture, acquistato da Yahoo (acquistando così anche il vecchio Altavista che già da anni aveva perso la sua autonomia), pensiamo a Espotting, acquistata da Findwhat e diventata poi Miva, pensiamo a tutte le feature che sono state introdotte nei motori di ricerca sia da un “customer point of view”, sia da uno “user point of view”: il pay per click, il pay per lead (il tentativo ancora fallimentare di Snap.com), la ricerca per immagini, per filmati, per brani musicali, la ricerca di immagini satellitari e quella dei video; a un’occhiata superficiale potrebbe apparire che di ‘cose’ ne sono state fatte moltissime. In parte è vero, ma si tratta di ‘passi avanti’ quantitativi e non qualitativi. In sostanza, l’ultima vera ‘rivoluzione’ nella web search c’è stata sette anni fa con la nascita di Google.com.

Il Web di oggi non è più quello di due anni fa e tanto meno quello di sette anni fa, ma il più famoso motore di ricerca oggi esistente – Google – è rimasto fermo a sette anni fa e chi lo rincorre nella corsa al search engine marketing (e market) non sembra essere abitativamente differente, ma solo quantitativamente meno frequentato.

Parleremo principalmente di Google ma solo perché è il ‘primum inter pares’ di tutti i search engine utilizzati attualmente. Ciò che vale per Google vale anche per Msn search, Yahoo search, Aol search, Ask Jevees (ora solo ‘Ask’) etc.

Spesso il navigatore si trova di fronte a delle SERP (Search Engine Page Results) veramente strane, a seguito di ricerce (query) molto normali.

Cercando infatti ‘comprare rastrelli’ ci possiamo imbattere in una pagine di un giornale on-line che tratta solo accidentalmente di rastrelli (magari un episodio di cronaca nera). E’ invece evidente che chi cercava non aveva intenzione di leggere un articolo di cronaca,a desiderava informazioni su come e dove acquistare rastrelli (magari on-line, su un sito di giardinaggio).

Perché spesso i motori di ricerca commettono questi ‘errori’? Semplicemente perché i motori di ricerca funzionano ancora con un approccio ‘lessicale’ e non ‘semantico’.

Che cosa significa il fatto che i motori di ricerca hanno ancora un approccio lessicale e non semantico?

Questa situazione è destinata a cambiare?

Sono tante le avvisaglie che i motori di ricerca leader al mondo stanno già lavorando su questo tema e non è quindi improbabile che già adesso buona parte delle SERP siano influenzate da parametri che sino a poco tempo fa non erano nemmeno presi in considerazione. Abbiamo infatti già detto che i contenuti (e quindi: i fattori on-page) sono e saranno un fattore sempre più importante per ottimizzare un sito web. Non basta quindi aggiornare i contenuti costantemente (come spesso leggiamo in articoli on-line od off-line) e non è nemmeno sufficiente utilizzare i feed rss o i blog per rendere più ‘attraente’ un sito agli ‘occhi’ di un motore di ricerca (per quanto, come abbiamo visto, questo sia caldamente consigliabile).

Non è nostra intenzione analizzare qui quali possono essere le modalità che permetteranno a un motore di ricerca di superare la fase ‘lessicale ‘ (le parole contenute in una pagina web) per passare a quella semantica (dove contanto gli ‘argomenti’ e i ‘contesti’); probabilmente verranno utilizzate tecniche di LSI (Latent Semantic Indexing) e LSA (Latent Semantic Analysis) o, senza essere così specifici, tecniche di IR (Information Retrieval), quello che più ci importa è quello di capire come è possibile sfruttare questo nuovo trend dei motori di ricerca, preparandosi magari prima che effettivamente diventi operativo (pare che Google e Msn Search siano i motori di ricerca più ‘avanti’ in questo senso).

I motori di ricerca tratteranno le parole-chiave (le parole) contenute nelle pagine web come appartenenti a ‘gruppi semantici’; questo che cosa significa? Che se in una pagina appare il termine ‘rastrelli’ e appare anche il termine ‘giardinaggio’, questa pagina sarà posizionata molto meglio di una pagina che non contenga la parola ‘giardinaggio’ (qualora la query del searcher sia riconosciuta come indirizzata a trovare rastrelli come prodotti di giardinaggio e non per esempio a cercare il cognome di una persona).

Nella redazione dei contenuti del sito sarà quindi necessario inserire non tanto ripetizioni dello stesso termine (la keyword density sarà sempre meno importante), ma piuttosto dei termini che possano rinforzare la ‘semanticità’ delle keyword principali (come nell’esempio succitato dei rastrelli), rafforzando appunto quegli ‘insiemi di contesto’ che saranno sempre più riconosciuti dai motori di ricerca grazie alle nuove tecnologie di ranking dei siti stessi.

fonte: www.webmasterpoint.org


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